Misura con quale frequenza Google interrompe il percorso dell’utente e scopri le tattiche per garantire la visibilità del brand in questi momenti zero-click.
Il SERP Satiation Rate quantifica la percentuale di sessioni di ricerca in cui la query dell’utente viene soddisfatta completamente all’interno della pagina dei risultati—tramite featured snippet, knowledge panel o altri moduli on-page—senza che seguano clic organici o a pagamento. Un tasso in aumento segnala un calo del traffico downstream e spinge i professionisti SEO a ottimizzare i contenuti per questi elementi a zero clic.
Il SERP Satiation Rate misura la percentuale di sessioni di ricerca in cui il bisogno informativo dell’utente viene soddisfatto direttamente nella pagina dei risultati del motore di ricerca (SERP)—tramite featured snippet, knowledge panel, answer box o altri moduli on-page—senza alcun clic successivo su risultati organici o a pagamento. Si tratta, in pratica, di una metrica di “zero-click completion”.
Per le classi di query con un alto tasso di sazietà, i tradizionali posizionamenti perdono valore perché non vengono generati clic. Comprendere questa metrica consente ai team SEO di:
La formula è semplice:
SERP Satiation Rate = (Zero-click sessions ÷ Total sessions) × 100
Il CTR misura la percentuale di impression che generano un clic, mentre l’SSR misura la percentuale di sessioni di ricerca che si concludono dopo che l’utente ha visualizzato una specifica SERP (con o senza clic). Un CTR elevato può coesistere con un SSR basso se gli utenti cliccano, effettuano un bounce e riformulano la propria query, indicando che il risultato non ha soddisfatto pienamente l’intento. Per le query informative in cui uno snippet in primo piano o un knowledge panel risponde direttamente alla domanda, l’SSR cattura il reale “job done moment” — gli utenti smettono di cercare — mentre il CTR può scendere a zero anche se la SERP ha funzionato perfettamente.
SSR = (sessioni che terminano dopo aver visualizzato la SERP) ÷ (sessioni totali) = 8.400 ÷ 12.000 = 0,70 ovvero 70%. Ciò significa che sette utenti su dieci hanno trovato ciò che cercavano già alla prima pagina dei risultati: un’ottima performance per una query brandizzata. Tuttavia, il 30% che ha proseguito la ricerca (alcuni dopo aver cliccato, altri senza clic) indica la necessità di ottimizzare meta description, sitelink e copy on-page affinché un numero maggiore di utenti trovi la risposta più rapidamente.
Per prima cosa, monitora l’integrità del markup FAQ in Search Console per assicurarti che il rich result continui a essere visualizzato; uno schema danneggiato potrebbe annullare il vantaggio. In secondo luogo, aggiorna le risposte on-page ogni trimestre in base alle principali domande di “People also ask”, così l’accordion resta aggiornato. Entrambi i passaggi influiscono direttamente sulla soddisfazione degli utenti nella SERP stessa, mantenendo un SSR più elevato.
Motivo 1: La pagina è approfondita ma faziosa, spinge eccessivamente un singolo prodotto e induce gli utenti ad aprire nuove schede per verificare le affermazioni. Verificalo tracciando gli eventi di click in uscita verso i domini dei competitor. Motivo 2: La profondità del contenuto è adeguata, ma prezzo o disponibilità cambiano rapidamente, quindi gli utenti fanno pogo-sticking alla ricerca di dati più aggiornati. Conferma correlando l’SSR con i timestamp di aggiornamento stock/prezzo nel tuo CMS rispetto agli orari delle sessioni di ricerca.
✅ Better approach: Configura un tracciamento separato per gli eventi in SERP e quelli on-page: monitora impressioni, clic, dwell time e affinamenti di query tramite l’API di Search Console o i log del server, così da capire quando l’utente interrompe davvero la ricerca anziché affidarti alle metriche di rimbalzo di GA.
✅ Better approach: Allinea i tag title e le meta description al contenuto on-page; visualizza in anteprima gli snippet prima della pubblicazione e monitora dwell time (tempi di permanenza) brevi come segnale per rivedere copy fuorviante.
✅ Better approach: Segmenta le keyword per intento, crea asset dedicati (how-to, pagine prodotto, confronti) e monitora la soddisfazione di ogni cluster d’intento per individuare eventuali gap.
✅ Better approach: Segmenta le metriche di soddisfazione della SERP per dispositivo, lingua e località; ottimizza la UX mobile e localizza i contenuti laddove la soddisfazione risulta carente.
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