La SEO sta davvero morendo?

Vadim Kravcenko
Vadim Kravcenko
3 min read

Volevo affrontare un tema che pare riaffiorare ogni pochi anni: l’idea che la SEO stia morendo. L’ho sentita nel 2012, nel 2020 e ora di nuovo. Se, come me, gestisci un’azienda da tempo, probabilmente hai sentito questa affermazione più volte di quante ne riesci a contare. Nonostante questi proclami ricorrenti, la SEO rimane una componente cruciale del nostro arsenale di marketing.

Negli ultimi vent’anni abbiamo visto innumerevoli articoli ed “esperti” decretarne la fine. Eppure eccoci qui, a fare ancora affidamento sulla SEO per generare traffico, contatti e clienti. Mettere in discussione la sua longevità è quasi diventato un rito di passaggio.

Perché allora questa narrazione continua a riemergere? Ha un fondamento o è solo rumore di fondo? Vale la pena scavare. Diamo uno sguardo schietto ai motivi per cui qualcuno sostiene che la SEO sia al tramonto, analizziamo come invece si stia evolvendo ed esploriamo le nuove frontiere dell’ottimizzazione, inclusi canali come TikTok e Reddit.

Le origini dei proclami “La SEO è morta”

Per capire perché l’idea che “la SEO stia morendo” ritorni ciclicamente, bisogna guardare alle sue radici. Il concetto non è nuovo: circola quasi da quando la SEO è stata riconosciuta come disciplina. Agli albori di Internet era il Far West. Bastavano keyword stuffing e backlink di bassa qualità per scalare le SERP. Ma con l’evoluzione dei motori di ricerca, queste tecniche manipolative sono state progressivamente penalizzate.

Nei primi anni 2000, a ogni aggiornamento sostanziale dell’algoritmo di Google scoppiava il panico tra webmaster e marketer. Ogni release mirava a migliorare i risultati colpendo pratiche opache. Per chi puntava su vecchi trucchi, la conclusione era scontata: “la SEO è finita”.

Prendiamo l’update Google Panda del 2011: puniva contenuti di scarsa qualità e keyword stuffing, facendo crollare overnight le posizioni di molti siti. Nel 2012 arrivò Penguin, che prendeva di mira profili di backlink innaturali. Questi scossoni generarono titoloni sull’imminente decesso della SEO.

Il pattern è chiaro: ogni volta che i motori raffinano gli algoritmi per offrire un’esperienza migliore, una parte del settore reagisce come se fosse l’apocalisse. In realtà, sono segnali di maturazione. I motori diventano più intelligenti e ci costringono a migliorare il modo in cui ottimizziamo i siti.

Un altro motivo di questi ciclici annunci è l’avvento di nuove tecnologie e piattaforme. Quando Facebook e Twitter esplosero, qualcuno predisse il declino dei search engine tradizionali. Più di recente, con la voice search su Alexa e Google Home, si è detto che le tattiche SEO convenzionali non sarebbero più servite.

Infine, nel tech e nel marketing c’è una vena sensazionalistica: titoli come “La SEO è morta” attirano click e alimentano discussioni. È una narrativa provocatoria che torna perché fa rumore, anche se spesso è priva di dati a supporto.

Prove che la SEO è viva e in ottima salute

Diamo un’occhiata concreta ai motivi per cui la SEO non solo sopravvive, ma resta un pilastro del digital marketing.

L’importanza costante del traffico organico

La ricerca organica continua a essere la principale fonte di traffico web. Studi recenti indicano che oltre il 50% del traffico totale arriva dai motori di ricerca. Nonostante la crescita dei social e di altri canali, quando le persone cercano informazioni, prodotti o servizi, il primo passo è digitare su Google.

C’è anche un fattore fiducia: gli utenti cliccano sugli esiti organici più che sugli annunci. I risultati organici sono percepiti come più credibili perché conquistano la posizione grazie a rilevanza e autorevolezza, non al budget media. Se pensi al tuo comportamento, quante volte salti gli annunci e scegli il primo risultato naturale? Questa fiducia si traduce in CTR superiori rispetto alle campagne paid.

ROI elevato della SEO

Investire in SEO genera spesso un ritorno superiore ad altri canali. La pubblicità a pagamento dà risultati rapidi, ma appena smetti di finanziare gli annunci, il traffico si azzera. La SEO invece costruisce un asset: i contenuti e le ottimizzazioni continuano a produrre visite a lungo termine.

Numerosi studi sottolineano la convenienza della SEO. Un report HubSpot, ad esempio, mostra che i lead inbound (SEO inclusa) costano il 61% in meno di quelli outbound come cold call o direct mail. I benefici prolungati rendono l’investimento in SEO un uso intelligente del budget marketing.

Adattamento ed evoluzione delle pratiche SEO

La SEO non è mai stata un “set and forget”. È passata da semplici strategie keyword-centric a una disciplina complessa focalizzata su experience e intent.

Siamo andati oltre il keyword stuffing verso contenuti di qualità orientati all’utente. Significa capire cosa cercano le persone e offrire risposte utili. I motori interpretano meglio contesto e semantica, quindi anche le nostre strategie si sono adeguate.

L’integrazione di elementi multimediali – video, immagini, contenuti interattivi – è diventata fondamentale. Migliorano l’engagement e possono influire sul ranking perché i motori valutano metriche comportamentali come il tempo di permanenza.

La mobile optimization non è più negoziabile: la maggior parte delle ricerche avviene da dispositivi mobili e questo impatta sia l’esperienza sia il posizionamento. Allo stesso modo la local SEO ha preso piede, aiutando le aziende a intercettare clienti nell’area geografica di riferimento attraverso Google Business Profile e citation locali.

Restando agili e accogliendo questi cambiamenti, manteniamo le nostre strategie SEO efficaci e rilevanti.

Case study di successo

Gli esempi di aziende che hanno sfruttato la SEO per crescere sono infiniti.

Pensa a un e-commerce che ottimizza le schede prodotto con descrizioni dettagliate, immagini di qualità e recensioni clienti. Puntando su long-tail keyword ed esperienza utente, può registrare un +70% di traffico organico e un netto aumento delle vendite in 12 mesi.

Nel B2B, una software house può produrre blog post approfonditi, white paper e case study sui pain point del target. Con keyword mirate e link building, scala le SERP per i termini chiave del settore, ottenendo traffico e posizionandosi come thought leader, con conseguente incremento dei tassi di conversione.

Settori come hospitality, sanità e servizi professionali dipendono ancora fortemente dalla SEO. Le attività locali traggono vantaggio dal posizionamento quando gli utenti cercano servizi “vicino a me”. In questi comparti la ricerca organica è un motore primario di acquisizione cliente.

Nella mia azienda abbiamo visto in prima persona come una SEO ben fatta porti crescita sostenibile: più traffico organico, lead di qualità e tassi di conversione migliori, grazie a contenuti di valore e ottimizzazione per utenti e motori.

Oltre l’ottimizzazione per i motori di ricerca tradizionali

Come imprenditori, abbiamo constatato che il comportamento di ricerca non si limita più a Google o Bing. Le persone cercano su TikTok, Reddit, Amazon, YouTube. Dobbiamo quindi ampliare le strategie SEO includendo questi canali alternativi.

L’ascesa delle piattaforme alternative

Gli utenti si rivolgono a social e piattaforme verticali per informazioni, consigli e intrattenimento. Ignorarle significa perdere opportunità di intercettare potenziali clienti.

Ottimizzare per TikTok

TikTok è diventato un hub di discovery. Serve capire l’algoritmo: privilegia contenuti coinvolgenti e pertinenti. Creando video che risuonano con il tuo pubblico, usando hashtag di tendenza e partecipando alle challenge, aumenti la visibilità. La costanza è fondamentale: postare con regolarità ti mantiene top-of-mind.

SEO su Reddit

Reddit è un ecosistema di community (subreddit) tematiche. Non è il luogo per il marketing spinto, ma con un coinvolgimento genuino e contributi di valore puoi costruire awareness. Condividi insight, rispondi alle domande, diventa una fonte affidabile. Questo approccio genera traffico e credibilità.

I social come motori di ricerca

Piattaforme come Instagram, LinkedIn e Facebook hanno funzioni di ricerca evolute. Gli utenti vi cercano prodotti, servizi e contenuti. Ottimizzare i profili con info chiare, hashtag rilevanti e contenuti engaging ti rende più reperibile. Devi essere dove si trova il tuo pubblico e facilitargli il compito.

Ricerca vocale e visual search

Con smart speaker e assistenti vocali, le query diventano più lunghe e conversazionali. Integrare linguaggio naturale e risposte alle domande frequenti ti aiuta a comparire nei risultati voice.

La visual search sta crescendo: su Pinterest, ad esempio, si cerca tramite immagini. Ottimizzare i file con nomi descrittivi, alt text e visual di alta qualità aumenta le probabilità di emergere nelle ricerche visive.

Intelligenza artificiale e machine learning

I motori integrano AI e ML per comprendere meglio l’intento. Algoritmi come RankBrain e BERT puntano su contesto e pertinenza. Ciò implica contenuti più approfonditi e user-centric. Non è più solo questione di keyword, ma di rispondere alle domande reali degli utenti.

Personalizzazione dei risultati

I risultati sono sempre più personalizzati in base a cronologia, posizione e preferenze. Prevedere il ranking è più complesso, ma questo rafforza l’esigenza di creare contenuti di qualità per il proprio pubblico specifico. Conoscere i clienti permette di produrre materiali su misura.

Tecnologie emergenti

Realtà aumentata (AR) e virtuale (VR) iniziano a influenzare il modo di cercare e interagire. L’AR, ad esempio, consente ai clienti di visualizzare un prodotto nel proprio ambiente. Tenere d’occhio queste tendenze e valutarne l’integrazione può dare un vantaggio competitivo.

Adattamento continuo

Nel digitale il cambiamento è costante. Essere aggiornati e pronti a evolvere è vitale: studiare novità, testare strategie e non avere paura di cambiare rotta quando serve.

La SEO come strategia di lungo periodo

La SEO non è una soluzione lampo; richiede impegno continuativo. Pratiche sostenibili, incentrate su contenuti di qualità ed esperienza utente, permettono di resistere agli update algoritmici. Investendo in SEO nel lungo termine, prepariamo l’azienda a un successo duraturo.

Conclusione

La SEO sta morendo? Dal mio punto di vista, per nulla. Si sta evolvendo, si espande su nuove piattaforme e si adatta ai progressi tecnologici. I principi cardine restano gli stessi: capire il pubblico, offrire valore e rimanere flessibili.

Da imprenditori sappiamo che lo scenario business è in continuo mutamento. Accogliere questi cambiamenti nella SEO ci permette di raggiungere i clienti dove si trovano, con i metodi che preferiscono. Mantenendo strategie elastiche e proiettate al futuro, la SEO continuerà a essere un potente motore di crescita.

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