Da SEO a GEO: l’ottimizzazione della ricerca è diventata più intelligente

Lida Stepul
Lida Stepul
9 min read

La SEO è morta. Di nuovo. Fate un brindisi… o anche no.

Ogni sei mesi qualcuno proclama teatralmente la morte della SEO — di solito su LinkedIn, a volte in un podcast, sempre senza uno straccio di prova. Stavolta la colpa è dell’AI: ChatGPT scrive blog, Google riassume tutto above the fold e tutti si comportano come se l’ottimizzazione “classica” avesse fatto le valigie in silenzio.

Eppure… le luci sono ancora accese. E indovinate chi continua a pagare le bollette?

Le ricerche esistono, le pagine si posizionano, il traffico converte. Solo che la SEO non gira più in felpa e sneakers: oggi indossa la giacca, arriva in anticipo alle riunioni e preferisce farsi chiamare GEO — Genuine Experience Optimization.

Certo, l’AI si prende l’ovazione. Ma dietro le quinte? Heading, backlink e struttura fanno ancora il lavoro pesante, mentre la SEO finge di non alzare gli occhi al cielo durante le call creative.

Mettiamolo in chiaro: la SEO non è morta. Ha solo aggiornato il suo profilo LinkedIn.

La macchina dell’hype: perché tutti credono che la SEO sia collassata (ma non è così)

La SEO ha superato più “funerali” di un cattivo di soap opera. Ogni nuova ondata tech — AMP, voice search, TikTok, BERT, ora l’AI — porta un necrologio fresco. Eppure i siti continuano a voler scalare la SERP e i motori di ricerca hanno ancora bisogno di segnali per decidere chi va dove.

Analizziamo il panico attuale, perché è più rumoroso del solito e perché le assunzioni di base non reggono a un minimo di verifica.

🔥 Affermazione 1: “L’AI scrive tutto ormai”

L’hype:

L’AI generativa può sfornare post, landing page e schede prodotto in pochi secondi. A che serve la SEO se puoi pubblicare 1.000 articoli prima che il caffè si raffreddi?

La realtà:

Pubblicare ≠ posizionarsi.

L’AI è un motore di contenuti, non una strategia. Non:

  • Sceglie la keyword giusta
  • Ottimizza gli header
  • Costruisce link interni
  • Monitora le variazioni della SERP
  • Struttura i metadati

La maggior parte dei testi AI senza SEO finisce come un panino senza pane — tecnicamente commestibile, ma senza struttura.

📉 Affermazione 2: “Google risponde da solo a tutto”

L’hype:

AI Overviews, featured snippet e rich result forniscono le risposte senza click. Perché voler ancora comparire in SERP se nessuno scorre?

La realtà:

Sì, i risultati “zero-click” crescono — ma non coprono le query ad alta intenzione (“miglior X per Y”, “come fare Z”, “dove comprare…”). Quando conta, l’utente clicca.

E poi: cosa credete stia riassumendo Google in quei box AI? Pagine ottimizzate. Se non sei fra quelle, sei invisibile e senza credito.

📱 Affermazione 3: “I social sostituiscono la ricerca”

L’hype:

Perché googlare quando puoi chiedere a TikTok o leggere un thread su Reddit?

La realtà:

TikTok e Reddit sono ottimi per le opinioni. Sono pessimi per:

  • Analisi dei prezzi
  • Istruzioni tecniche
  • Processi in più step
  • Temi regolamentati (fisco, diritto, medicina)

Le persone continuano a cercare prima di decidere. Il social integra la ricerca — non la rimpiazza.

Nota a margine:

Sempre più piattaforme si indicizzano per la ricerca (Instagram, TikTok, LinkedIn). La SEO sta penetrando nei social, non perdendo contro di loro.

💀 Affermazione 4: “La SEO è troppo lenta”

L’hype:

La SEO è lenta. Gli annunci a pagamento e i contenuti virali sono più rapidi. Meglio lo sprint che la maratona.

La realtà:

La SEO non è fast food: è infrastruttura. Non fa picchi, compone interessi. E quando l’AI inonda il web di contenuti mediocri, la struttura ottimizzata diventa il fossato.

🧾 TL;DR: non confondere il volume con il valore

Che l’AI renda facile pubblicare non significa che renda facile posizionarsi.

Che Google risponda a qualche domanda non significa che smetta di scansionare le tue pagine.

E che qualcosa sia di tendenza non significa che converta.

La SEO non è obsoleta. Sta solo indossando scarpe più silenziose.

Benvenuti in GEO: Genuine Experience Optimization

Smettiamola di dire che la SEO è morta. In realtà ha solo cambiato job title.

Una volta la SEO serviva a compiacere gli algoritmi. Oggi? A compiacere gli utenti — esattamente ciò che Google voleva da sempre, ma che ora applica con fermezza.

Quindi sì, la SEO è stata promossa. Continua a presentarsi al lavoro, ma ora indossa una giacca e parla in termini di UX.

Benvenuti nella GEO: Genuine Experience Optimization.

🧮 Old SEO vs. GEO: confronto diretto

Tattica Old SEO GEO (SEO moderna)
Uso delle keyword Exact match infilata in ogni header Rilevanza semantica allineata all’intento
Strategia contenuti Bloggare per il gusto di bloggare Autorità tematica, profondità, utilità
Link building Volume (guest post, directory) Link contestuali, earned, con architettura interna
Page speed Nice-to-have Fattore di ranking — soprattutto mobile
Ottimizzazione mobile Responsive = sufficiente Design UX-first prioritario
Structured data Opzionale Essenziale per AI summary e visibilità in SERP
Intento utente “Posizioniamo questa keyword” “Risolviamo il problema reale del searcher”

💼 Cosa fa davvero la GEO oggi

Elemento Ruolo nella GEO Esempio
Struttura header (H1-H3) Aiuta Google (e gli utenti) a leggere il contenuto Gerarchia chiara = lettura rapida e idoneità agli snippet
Link interni Guida la profondità di crawl + distribuisce autorità Esempio: da blog → pagina prodotto = più conversioni
Schema markup Parla ai motori con il loro linguaggio Schema FAQ, How-To, Review = più rich result
Tempo di caricamento Incide su bounce rate e ranking mobile Load sotto i 2 s = meno abbandoni
Content design Segmenta le info in blocchi visuali Liste, callout, immagini = engagement & time-on-page

La GEO va oltre il ranking: punta a rendere la tua pagina la risposta ovvia e affidabile in un panorama affollato. Quando gli strumenti AI scandagliano il web per riassumere o mettere in evidenza contenuti, saltano quelli vaghi e disordinati. Premiano pagine con gerarchia chiara, segnali credibili e design intenzionale. Il resto scompare sullo sfondo — a favore della visibilità altrui. La GEO mette il tuo contenuto sotto i riflettori, facendone la fonte di riferimento per lettori e algoritmi.

L’AI non sostituisce la SEO — ci sale sulle spalle

L’AI può scrivere. La SEO decide cosa vale la pena leggere — e, soprattutto, trovare.

L’esplosione del contenuto generativo non ha reso la SEO irrilevante, l’ha resa indispensabile. Ora il web è pieno di testi carini ma vuoti. Senza struttura, contesto o strategia, anche l’output AI più “eloquente” finisce nel vuoto. La SEO trasforma quel rumore in qualcosa di rintracciabile, utile e monetizzabile.

Considerare l’AI come sostituto della SEO è come pensare che un robot barista possa gestire da solo un coffee shop: sa versare il caffè, ma non scegliere la location, formare lo staff o capire perché nessuno ordini l’espresso.

🤖 In cosa l’AI è brava (ma in superficie)

Task Cosa fa Perché non basta
Generazione contenuti Bozze rapide Manca insight, originalità, contesto
Titoli/meta idea Offre volume Spesso generici o fuori intento
Rielaborazioni & summary Buon strumento di polishing Serve giudizio umano per accuratezza e tono
Outline & ideazione Accelera Nessuna priorità SEO o analisi competizione SERP

L’AI risparmia tempo. Non stabilisce priorità. Non conosce il tuo pubblico, la tua nicchia o ciò che conta a livello business.

🧠 Cosa controlla ancora la SEO (per forza di cose)

Area Ruolo Perché conta
Intento di ricerca Allinea contenuto e bisogno reale Google valuta l’utilità, non il numero di parole
Architettura pagine Costruisce logica interna Aiuta Google a capire relazioni tra contenuti
Link equity Distribuisce autorità con criterio Indica ai motori quali pagine meritino visibilità
Schema & struttura Parla “macchina” Cruciale per AI Overview e SERP avanzate
Scansione & indicizzazione Garantisce la reperibilità L’AI può scrivere migliaia di pagine che resteranno invisibili senza SEO tecnica

Anche il contenuto AI più lucido è invisibile senza SEO. Non esiste scorciatoia.

🧾 TL;DR: l’AI è l’assistente, la SEO è la strategia

Trattare la SEO come un relitto post-AI è un errore. L’AI è l’assistente che ti aiuta a fare SEO più in fretta. Ma se nessuno definisce struttura, target di ricerca o integrità del sito, l’AI costruisce castelli di sabbia.

Senza SEO, l’AI è impressionante.

Con la SEO, l’AI è potente.

Cosa funziona davvero nel 2025 (e perché)

I contenuti generati da AI sono economici e rapidi, ma il ranking dipende ancora da qualità, struttura e intento. La differenza tra un post che si posiziona e uno che resta a pagina 8 sta nell’esecuzione — soprattutto quella invisibile.

Cosa funziona nel 2025? Gli stessi fondamentali di cinque anni fa — solo che ora sono non negoziabili.

🧩 La struttura degli header governa tutto

Elemento Perché funziona Applicazione 2025
H1 Definisce il tema principale Deve riflettere la query/keyword principale
H2 & H3 Scompongono il tema in sotto-argomenti Allineali all’intento: “Come”, “Perché”, “Migliori”, “Esempi”
Gerarchia coerente Aiuta Google a capire le relazioni Aumenta chance di featured snippet e AI overview

Una pessima gerarchia header può uccidere un ottimo contenuto. Un articolo ben strutturato, anche se scritto da AI, può superare un testo migliore ma disordinato.

🔗 I link interni fanno il lavoro sporco (in silenzio)

Pratica Perché conta
Link contestuali Aiutano Google a capire relazioni semantiche
Link verso pagine prioritarie Trasferiscono autorità a URL commerciali
Anchor descrittivi Rafforzano il targeting senza stuffing

Vuoi far scalare una pagina prodotto? Linka dai blog pertinenti. Vuoi dominare un topic cluster? Costruisci la rete interna. Funziona ancora — e molti lo ignorano.

⏱ Velocità, Struttura, Schema: il trio silenzioso

Elemento Perché è obbligatorio
Page speed Google è spietato con i siti lenti, soprattutto mobile
Schema markup Visibilità in AI summary, voice search, snippet
Struttura logica (HTML pulito, poco bloat) Facilita indicizzazione e crawling

Queste sono le cose che il contenuto AI ignora finché qualcuno non le aggiusta. Non puoi posizionarti se la tua pagina si carica come un PDF del 2007.

🧠 Contenuti che sanno perché esistono

Contenuto debole Contenuto ottimizzato
“10 consigli su X” senza angolo “10 consigli su X, con case study” per buyer mid-funnel
Intro piena di keyword Hook allineato all’intento che rispecchia la SERP
Post scritto per riempire il calendario Pagina costruita per una query con outcome chiaro

I contenuti che performano meglio nel 2025 non sono i più originali o creativi — sono i più utili. E l’utilità, in SEO, si misura: bounce, dwell time, flusso di link interni, conversioni.

🧾 TL;DR: l’ottimizzazione batte l’originalità

Nel 2025 il ranking non dipende dal pubblicare di più, ma dal pubblicare con intento e sorreggerlo con struttura.

La SEO funziona ancora. La GEO la rende più intelligente.

Il playbook non è stato riscritto: è diventato più severo.

Dovresti ancora occuparti di SEO?

Risposta breve: sì.

Risposta lunga: non puoi permetterti di non farlo.

La ricerca è ancora il luogo in cui le persone risolvono problemi, prendono decisioni e spendono denaro. L’AI riscriverà lo scenario dei contenuti, ma dovrà pur attingere da qualche parte — e quel “qualche parte” è di solito una pagina ben ottimizzata che ha fatto i compiti.

Se il tuo sito ha:

  • Nessun link interno,
  • Nessuno schema,
  • Tempi di caricamento lenti,
  • Heading scritti come tweet clickbait…

…nessuna AI potrà salvarti. Nutrirai la macchina senza trarne beneficio.

🧮 SEO vs. No SEO: risultati concreti

Scenario SEO presente SEO assente
Blog AI pubblicato Indicizzato, ranka per 3-5 keyword, porta click Non indicizzato o oltre pagina 5
Contenuto evergreen dopo 6 mesi Costruisce autorità, migliora ranking correlati Perde visibilità, battuto da competitor strutturati
Landing page di conversione Riceve traffico da blog di supporto e link interni Rimane isolata con 3 visite al mese
AI Overview in SERP La tua pagina è la fonte citata Il tuo contenuto viene parafrasato senza click

🗝 Conclusione

La SEO serve a costruire siti che guadagnano visibilità e fiducia nel tempo. La GEO ne cambia l’etichetta, ma il compito resta: creare contenuti strutturati, utili, trovabili.

L’AI prende gli applausi. La SEO tiene accese le luci.

Pensieri finali: la SEO non è morta. È stata promossa.

Lasciamo che gli altri discutano se la SEO sia morta. Chi sta rankando adesso? Non discute — ottimizza.

La SEO non ha mai lasciato l’edificio: è solo diventata più brava e ha indossato scarpe UX-friendly. L’AI domina la conversazione, ma la GEO — l’evoluzione della SEO — gestisce ancora lo spettacolo.

Se le tue pagine sono strutturate, utili e intenzionali, non stai solo sopravvivendo all’era AI — la stai dominando in silenzio.

La riunione finisce con applausi per lo strumento AI. Ma quando iniziano ad arrivare i lead?

Quella era la SEO. Prego.

FAQ: le domande che tutti fanno ancora sulla SEO nel 2025

❓ Vale ancora la pena investire in SEO con l’AI ovunque?

Sì. L’AI scrive i contenuti, ma non li posiziona. Servono struttura, velocità, link interni e igiene tecnica. La SEO è l’infrastruttura di cui l’AI ha bisogno.

❓ Devo sostituire il mio team contenuti con tool AI?

No. Usa l’AI per scalare le bozze, non la strategia. Servono umani per sfumature, intento di ricerca e — ironia — buon senso.

❓ Qual è l’errore più grande che si fa oggi con la SEO?

Pubblicare troppo, ottimizzare troppo poco. Quantità ≠ strategia. Servono meno pagine, ma migliori, costruite per rankare.

❓ Posso saltare il link building se uso l’AI per produrre tonnellate di contenuti?

Certo — se vuoi saltare anche il ranking. I backlink, soprattutto interni, restano fondamentali. Niente link, niente autorità; niente autorità, niente visibilità.

❓ Cosa significa di nuovo GEO?

Genuine Experience Optimization. È la SEO con una job description aggiornata: stessi fondamentali, più focus sull’utente, più allineamento a come Google valuta oggi i contenuti.

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